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"Le case più belle non si guardano con gli occhi
ma si sentono con il cuore"

Che bonus ci sono per la casa nel 2025?

La legge di Bilancio 2025 ha introdotto la proroga per: 

  • il bonus ristrutturazione;
  • il bonus mobili;
  • l'ecobonus;
  • le agevolazioni mutui under 36;
  • il sismabonus.

È stato poi introdotto il nuovo bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza.

Bonus ristrutturazione 2025

Per quanto riguarda il bonus casa per gli interventi di ristrutturazione edilizia, nella legge di Bilancio è arrivata la proroga per il 2025.

Bonus ristrutturazione 2025, ultime notizie

L'agevolazione è stata prorogata nell'anno in corso, ma con importanti novità per quanto riguarda le aliquote e la distinzione tra prima e seconda casa.

Nello specifico, nel 2025 sarà possibile beneficiare per la prima casa del bonus ristrutturazione con aliquota al 50% e tetto di spesa di 96mila euro. In base a quanto attualmente previsto, nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%. 

Bonus ristrutturazione seconda casa 2025

Le cose cambiano per la seconda casa. Beneficiare del bonus ristrutturazione per un immobile diverso dall’abitazione principale vorrà dire infatti usufruire di un’aliquota ridotta al 36%, che nel 2025 e nel 2026 scenderà al 30%. Il tetto di spesa rimane a 96mila euro.

Dal 2028 al 2033 per gli interventi su prima e seconda casa l’aliquota sarà del 30% e il tetto di spesa scenderà a 48.000 euro.

In attesa della guida dell'Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazione per il 2025 si applica ai lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia per le singole unità immobiliari. Per le parti comuni degli edifici residenziali è oggetto di agevolazione anche la manutenzione ordinaria.

Una precisazione importante riguarda i tetti di spesa. Per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, infatti, l’ammontare complessivo delle spese detraibili sarà calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità.

Bonus casa 2025: cosa succederà all'ecobonus

Nella legge di Bilancio 2025 è arrivata anche la proroga per l'ecobonus. Anche in questo caso c'è una differenza tra prima e seconda casa. 

Bonus casa 2025 prima casa

Nello specifico, per le prime case l’ecobonus avrà un’aliquota del 50%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%.

Bonus casa 2025 seconda casa

Per le abitazioni diverse dalla prima casa e per gli immobili non residenziali l’aliquota sarà del 36%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 30%.

La novità del tetto di spesa vale anche per l’ecobonus. Quindi, come per il bonus ristrutturazione, per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, infatti, l’ammontare complessivo delle spese detraibili sarà calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità.  

Bonus casa 2025 per la caldaia

Nonostante la normativa prevista dalla direttiva case green, il 2025 ha portato lo stop del bonus caldaia per l'acquisto e l'installazione di impianti a gas.

Dal 2025, dunque, non sarà più possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50 o del 65% per la sostituzione degli impianti di climatizzazione con caldaie a combustibili fossili. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo di sistemi più ecologici, come quelli ibridi o l’elettrificazione del riscaldamento. Lo stop alle detrazioni fiscali per le caldaie a gas accoglie quanto disposto dalla cosiddetta direttiva case green pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue l’8 maggio 2024 ed entrata in vigore il 28 maggio.


A Milano tutti in cerca di un bilocale: ecco in quali zone comprare a

seconda del budget

Nonostante i prezzi, la gente continua a comprare senza sosta. A confermare la situazione è l'osservatorio immobiliare "Piuttosto si rivede il budget, la metratura oppure la posizione, ma se ci sono le condizioni si procede all'acquisto". Sempre più single e disponibilità economiche, però, il taglio più ricercato, è il bilocale.
Anche voi state cercando un bilocale a Milano? No per sapere, perché sembra proprio che - nonostante i prezzi alle stelle - il mercato immobiliare sia bello attivo. Al massimo si sono abbassate le aspettative.  "Piuttosto si rivede il budget, la metratura oppure la posizione, ma se ci sono le condizioni si procede all'acquisto. Ancora di più adesso con l'inflazione in aumento che erode i risparmi e spinge sul mattone, sia come abitazione principale sia come investimento". Ed ecco spiegato il titolo: il taglio più cercato è il bilocale, forse proprio perché la maggior parte di chi cerca non può permettersi nulla di più spazioso.

A cercare il bilocale sono in tanti, precisamente il 47,9%: una notizia, visto che nelle altre grandi città si cercano per lo più trilocali. Segue, tra le preferenze, il trilocale con il 36,6%. Ma Milano è chiamata la città dei single per un motivo, e cioè che quasi la metà dei nuclei familiari è composta da una sola persona. Ecco perché si cercano anche monolocali: parliamo del 7,7% degli acquirenti.

Chiudono la lista delle preferenze il quadrilocale, con il 7,1% delle richieste (in media) e lo 0,7%  con cinque o più locali. Ma torniamo ai bilocali, che abbiamo capito essere il taglio più ambito: se anche voi state cercando, sappiate che in base al vostro budget vi conviene guardare in specifici quartieri (ed evitarne totalmente altri).

Casa.it ha analizzato i prezzi medi richiesti per gli appartamenti con due locali in vendita nelle varie zone di Milano ad aprile 2023 e ha individuato le zone dove poterne acquistare uno a seconda del capitale a disposizione. Partiamo dalla base: se il nostro budget è di  200.000 euro, si può acquistare un appartamento con una stanza nelle zone Comasina, Quarto Oggiaro, Baggio, Bisceglie, Olmi, Macconago, Quintosole, Figino, Quinto Romano. In queste zone i bilocali hanno un prezzo medio tra 169mila e 193mila euro. Potete spingere un po' di più? Allora con un budget fino a 300K si può scegliere di comprare un bilocale nelle zone Forlanini, Parco Monluè-Ponte Lambro, Adriano, Crescenzago, Parco Lambro-Cimiano, Gallaratese, QT8, Trenno, Bicocca, Niguarda-Cà Granda, Parco Nord; ma anche Cascina Merlata, Cimitero Maggiore, Viale Certosa, San Siro, Corso Lodi, Corvetto, Rogoredo, Gorla, Greco, Precotto, Affori, Bovisa, Bande Nere, Inganni, Lorenteggio, Barona, Famagosta, San Cristoforo, Abbiategrasso, Chiesa Rossa, Gratosoglio-Ticinello, Ripamonti, Vigentino, Dergano-Maciachini, Farini, Maggiolina-Zara, Loreto, Nolo, Porta Vittoria, Molise; Lambrate.  In queste zone i prezzi medi dei bilocali vanno da 209mila a 288mila euro.

Con un investimento da 300mila a 400mila euro si può scegliere invece un bilocale in: Città
Studi, Susa, Corsica, Navigli, Porta Genova, Centrale, Repubblica. In queste zone si spende in media dai 329 ai 378K. Se avete invece la fortuna di scegliere un bilo tra i 400mila e i 500mila euro potete spostarvi nelle più pregiate Cenisio, Sarpi, Arco della Pace, Sempione, Solari-Tortona, Washington, Corso Magenta, Buenos Aires, Porta Venezia, CityLife, Fiera, Lotto, Portello, Ticinese, Porta Romana, Risorgimento, Garibaldi, Isola. In queste zone i bilocali hanno un prezzo medio che va da 402mila a 472mila euro. Figa! Ma si può comunque fare di più. Con un budget dai 500mila euro a 600K si può acquistare un bilocale in zona Guastalla - Palestro dove il prezzo medio dei bilocali è di 544mila euro.  In Duomo e Brera la richiesta media è 661mila euro. 

L’Agenzia delle Entrate è intervenuta con alcuni interessanti chiarimenti in tema di superbonus e colonnine elettriche per la ricarica delle autovetture. Vediamo quanto chiarito e quale requisito richiesto dalla norma è necessario soddisfare per poter beneficiare dell’agevolazione.

Con la risposta n. 585, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta in materia di superbonus e colonnine elettriche, spiegando quando l’agevolazione fiscale può essere sfruttata dai condomini. In particolare, l’Agenzia delle Entrate ha valutato la “non accessibilità” al pubblico del punto di ricarica.

Come evidenziato, per punto di ricarica non accessibile al pubblico si intende:

  • un punto di ricarica installato in un edificio residenziale privato o in una pertinenza di un edificio residenziale privato, riservato esclusivamente ai residenti;
  • un punto di ricarica destinato esclusivamente alla ricarica di veicoli in servizio all’interno di una stessa entità, installato all'interno di una recinzione dipendente da tale entità;
  • un punto di ricarica installato in un'officina di manutenzione o di riparazione, non accessibile al pubblico.

Alla luce di ciò, l’infrastruttura di carica installata nel posto auto situato al piano terra dell’edificio condominiale deve soddisfare la condizione di “punto di ricarica non accessibile al pubblico”, condizione determinata dal fatto che l’infrastruttura è installata in un edificio residenziale privato o in una pertinenza di un edificio residenziale privato, riservato esclusivamente ai residenti.

In tema di superbonus e colonnine elettriche, dunque, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che un’infrastruttura di ricarica di auto elettriche installata nel posto auto di un condomino situato al piano terra di un edificio condominiale può essere considerata “punto di ricarica non accessibile al pubblico”' e di conseguenza può fruire del superbonus in qualità di intervento trainato. 

Secondo l’Agenzia, il requisito dell’utilizzo privato del bene è soddisfatto dalla circostanza che la colonnina sarà collocata in uno stabile privato riservato esclusivamente ai residenti e sarà dotata di apposita barriera anti parcheggio che ne limita l’accesso.
 

Erano previste delle agevolazioni IMU per gli anziani in casa di riposo nel 2021 e quest’anno la linea di base è stata la stessa, seppur con dei potenziamenti.

Se chiediamo a Google informazioni relative all’IMU per gli anziani in casa di riposo nel 2022, questo ci risponderà che “I requisiti per avere diritto all'esenzione sono i seguenti: gli anziani proprietari dell'immobile per il quale si richiede l'esenzione IMU devono essere soggetti a ricovero permanente o di lunga degenza in casa di risposo; l'immobile non deve essere affittato a terzi”.

Ma chi ha la 104 deve pagare l’IMU? Vale l’esenzione IMU per gli invalidi al 100%IMU e invalidità civile: ci sono degli esoneri?

A queste domande non possiamo dare una risposta unica: il processo di agevolazione dell’imposta unica non è automatico, ma varia in base al regolamento del Comune in cui ci ritroviamo.

Per capire se la propria situazione può essere in linea con le disposizioni vigenti nella nostra località di riferimento, possiamo chiedere un appuntamento all’ufficio comunale o accedere al sito internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Una volta inserita la nostra posizione, avremo accesso ai dati relativi a quella zona.

Per tutti gli altri contribuenti, che non hanno diritto all’esenzione, restano le scadenze del 16 giugno e del 16 dicembre, da pagare in tre diversi modi:

  • accedendo alla piattaforma PagoPA;
  • tramite bollettino postale o bancario compatibile con il modello F24;
  • con il modello F24.

IMU 2022: le esenzioni per anziani ricoverati in casa di riposo

Ci sono determinate categorie di anziani che sono esenti dal pagamento dell’imposta IMU. Per rientrare nell’agevolazione ci sono alcuni criteri che devono essere rispettati, che sono:

  • il ricovero permanente, o di lunga degenza, in una casa di riposo per il soggetto proprietario dell’immobile per cui si richiede l’esenzione IMU;
  • l’immobile in questione non deve essere locato, né dato in comodato d’uso a terzi. Se l’immobile produce un reddito allora sarà necessario provvedere al pagamento dell’imposta.

Queste regole però non sono le stesse per tutto il territorio e non vengono quindi applicate in modo automatico: singoli Comuni sono gli enti predisposti alla valutazione e alla concessione dell’esenzione, quindi, è sempre necessario fare affidamento alle disposizioni specifiche del luogo in cui ci troviamo quando stiamo valutando la richiesta di esonero.

Nel regolamento comunale deve essere presente una clausola che equipara l’unità immobiliare per la quale stiamo chiedendo l’esenzione con l’abitazione del soggetto richiedente. Come accertarsi che la propria situazione sia in linea con le agevolazioni comunali per invalidi o ricoverati della nostra località di riferimento? Accedendo al sito del Comune della nostra città o a quello del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Inserendo nella barra centrale del sito web del MEF il nome del Comune di cui vogliamo avere informazioni, sarà possibile ottenere le delibere in pochi secondi.

Quindi è possibile non pagare l’IMU sulla prima casa per gli anziani in casa di riposo anche se il pensionato in questione è proprietario di più immobili? In questo caso, l’agevolazione IMU potrà essere applicata soltanto ad un’unità immobiliare.

IMU 2022, agevolazioni disabili ricoverati

Tra i soggetti a cui spetta l’esenzione dall’imposta IMU troviamo quelli affetti da disabilità che alloggiano permanentemente in una casa di cura, o che, perlomeno, necessitino di quella struttura per lunghi periodi.

In questo caso si deve dimostrare la residenza in casa di riposo e che l’abitazione principale non sia occupata dal richiedente. Quindi se un anziano va in casa di riposo perde il diritto di abitazione? Assolutamente no, questo non avviene. E per le agevolazioni degli invalidi civili? Anche queste sono soggette alle delibere del singolo Comune.

Al fine di ottenere l’esonero devono essere rispettate specifiche condizioni:

  • Il proprietario dell’immobile, affetto da disabilità comprovata, deve dimostrare di non abitare all’interno dello stabile per il quale si sta chiedendo l’esenzione. L’anziano in casa di riposo deve cambiare residenza e questa dovrà coincidere con l’istituto nel quale è ricoverato;
  • l’’immobile non deve essere affittato a terzi, in questo caso si perderebbero i diritti di agevolazione a meno che l’immobile sia considerabile alloggio sociale. In questo caso è possibile essere esonerati dal pagamento della tassa, a condizione che l’immobile venga utilizzato come prima casa.

Questo vuol dire che in caso di possesso di più immobili l’imposta IMU per la seconda casa di invalidi non può ottenere sgravi o agevolazioni.

Esenzioni IMU 2022: anziani, disabili ricoverati e pensionati residenti all’estero

Come ogni anno il 16 giugno è la data della scadenza del primo acconto della tassa unica di quest’anno, che a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19 è stata ridotta. Oltre al pagamento di una cifra più bassa, sono state messe a disposizione ulteriori esenzioni per l’IMU degli anziani in casa di riposo nel 2022: in caso di soggetti pensionati residenti all’estero, ricoverati in strutture o persone affette da invalidità si ha diritto all’ esenzione IMU, vediamo quali sono i casi specifici.

IMU 2022, pensionati residenti all’estero sono esentati?

Come era avvenuto anche lo scorso anno, anche nel 2022 la Legge di Bilancio ha mantenuto l’agevolazione per i pensionati in paesi esteri, ma con la differenza che quest’anno l’esenzione è stata potenziata: rispetto al 50% del 2021, quest’anno la quota esente è del 62,5%. Ne intuiamo quindi che l’aliquota da applicare sarà solo del 37,5%.

In questo caso, il pensionato deve essere proprietario di un solo immobile in Italia ed è necessario che questo non sia occupato da terzi. In caso fosse dato in affitto, comporterebbe un’entrata per il contribuente che dovrebbe essere soggetta a tassazione.

Al contrario di quanto avveniva negli anni precedenti, da quest’anno sono ufficialmente decaduti i requisiti della cittadinanza e dell’iscrizione all’albo dell’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) per accedere agli esoneri. Chi usufruisce della riduzione dell’imposta dovrà presentare la dichiarazione IMU al Comune competente entro l’anno successivo a quello di riferimento.

La Tasi è andata in pensione nel 2020, ma chi non ha pagato Imu e Tasi negli scorsi anni può incorrere in un procedimento da parte del Comune e dell'Agenzia delle Entrate. Non a caso la domanda che si fanno molti contriuenti è: quando va in pensione il mancato pagamento di Imu e Tasi? La risposta viene da una sentenza della Corte di Cassazione, che ha fatto chiarezza sui tempi entro cui il Comune può richiedere il mancato pagamento delle tasse sulla casa.

Se il contribuente non paga le imposte sulla casa, secondo i codici tributo Imu corrispondenti, su uno degli immobili di sua proprietà può incorrere in un procedimento da parte del Comune che "iscrive al ruolo" l'imposta e la comunica all'Esattore per la riscossione ossia per l'avvio delle pratiche necessarie al pignoramento.

A incaricarsi del pignoramento per il mancato pagamento di Imu e Tasi è l'Agenzia Entrate Riscossione, a meno che il Comune non abbia stipulato una convenzione con altro esattore. Al contribuente viene notificata una cartella di pagamento.

Imu non pagata: quando prescrive?

Anche per Imu e Tasi il termine di prescrizione è di cinque anni. Ciò comporta che se la cartella di pagamento viene notificata dopo tale termine non va pagata (sempre e quando sia stata impugnata davanti al giudice e che questo l'abbia annullata, altrimenti, anche se illeggitima, diventa definitiva).

La sentenza n 28576/17 del 29/11/2017 fa un passo avanti rispetto a quanto stabilisce la legge e specifica entro quanto tempo interviene la prescrizione Imu e Tasi. Il termine che prescrive la cartella di pagamento, secondo quanto stabilisce la Cassazione, è lo stesso di quello fissato per il tributo, ovvero cinque anni.

Se l'Agenzia delle Entrate Riscossione non avvia gli atti di pignoramento entro tale forbice di tempo, né sollecità il pagamento con una intimidazione, si verifica la prescrizione e il contribuente non deve versare niente al Comune per il mancato pagamento di Imu e Tasi.

Nel caso in cui, invece, il proprietario dell'immobile facesse ricorso contro l'avviso di pagamento e perdesse la causa, il termine di prescrizione diventa di dieci anni, perché a fare testo non è più la cartella, ma il provvedimento del giudice.

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