CASA DOLCE CASA VISTO CON L'OCCHIO DELLE DONNE
- Bordogna Immobiliare
Casa dolce casa. Lo sanno bene le donne, quando devono scegliere l’abitazione dove trasferirsi, lasciandosi alle spalle quella di mamma e papà, o solo di mamma o di papà, hanno idee ben precise. In occasione dell’ultimo forum di Scenari Immobiliari, che ha per titolo W CITY: la città delle donne, è stata realizzata un’ampia indagine a livello nazionale dal titolo W City: le donne, la loro città, la loro casa. Su un campione di donne più del 60%, dai 35 e i 54 anni, e oltre il 15% rispettivamente fra i 25 e i 34 anni e fra i 55 e i 64 anni. La struttura del nucleo famigliare racconta di una realtà sociale composita in cui le categorie classiche, single, coppia, famiglia con figli conviventi, non superano per ogni gruppo il venti per cento. Il restante 30% vive nelle città in forme di convivenza frammentate con genitori e parenti di altro grado, figli per periodi più o meno limitati dopo separazioni, convivenza con amici o altre persone con cui non si hanno particolari legami. Vivere a Milano: perché e dove? Il capoluogo lombardo viene percepito come una città internazionale, policroma, inclusiva, sicura, comoda, operosa ed efficiente. E più di un terzo del campione ci è nato e ha deciso di rimanerci, un altro terzo si è trasferito per lavoro e dice di non avere intenzione di andare via e oltre il dieci per cento si è trasferito perché voleva vivere in questa città e ha fatto in modo di riuscirci. Nonostante passino le mode, le abitudini, gli interessi, Brera, continua a essere fra i luoghi preferiti, perché considerata elegante, nascosta, pedonale. Alla tradizione c'è chi preferisce l’innovazione e quindi sono salite nella classifica delle zone preferite City Life, perfetto connubio tra architettura, presenza umana e verde e Porta Nuova, considerata "bella e luminosa". Le donne che lavorano puntano sulla sicurezza, flessibilità negli orari dei negozi, spazi ricreativi, mobilità quindi cercano soluzioni abitative che possano soddisfare queste esigenze. Anche per quelle con figli, la cui difficoltà principale è quella di conciliare vita privata e lavoro, la mobilità è un fattore vincente. Come anche la vicinanza a spazi verdi e ricreativi e le preferenze variano in base alla capacità di spesa. Chi può permettersi il lusso di abitare a due passi dal centro senza rinunciare a giardini e parchi punta ad acquistare nella zona dei giardini Indro Montanelli, parco Sempione e il Castello. Chi invece ha una capacità di spesa inferiore allarga i suoi orizzonti di ricerca in zone nei pressi di spazi verdi nella fascia più periferica. Al top delle preferenze le zone del Duomo, le vie della moda e Sant’Ambrogio. E romanticamente qua e là emergono preferenze uniche e locali per case vicino a piazze, spazi, percorsi e passeggiate, conosciute fin da bambine. Il luogo in cui si vive è ritenuto dalla stragrande maggioranza molto importante e nel medio periodo l'attaccamento è rimasto invariato in ragione del fatto che la città è migliorata oltre che per motivi affettivi. La quasi totalità, oltre l’87%, ritiene il quartiere in cui vive adatto alla gestione della vita. Per questo motivo nel caso di necessità di cambiamento oltre il 35 per cento sceglierebbe lo stesso quartiere, e circa un quarto la stessa città. Solo un quinto delle intervistate è attirato dalla possibilità di poter trascorrere una parte della vita all’estero. “Ritengo adeguato il mio quartiere perché ci trovo tutto quello che voglio”: chi ha risposto lo considera ben attraversato da mezzi pubblici, il che facilita gli spostamenti casa/lavoro (circa il 90 per cento ritiene che la zona in cui abita sia bene o discretamente servita da mezzi pubblici); lo apprezza perché è vivo durante il giorno, ricco di servizi e negozi; lo valuta abbastanza sicuro la notte, grazie alla buona illuminazione con alcuni locali aperti fino a notte tarda. Chi invece dà un giudizio negativo concentra la propria attenzione sul tema della sicurezza e della poca vivacità dei luoghi, di prassi periferici. Milano alla fin fine piace perché "a Milano si trova tutto quel che serve". Anche se non tutto è semplice, ma con una buona dose di determinazione e di volontà di partecipazione si riesce a vivere bene. Questo il parere della maggior parte delle intervistate. La casa delle milanesi è un appartamento in condominio vissuto solo in alcuni momenti della giornata, preferibilmente la sera o nel week-end, dove è anche possibile lavorare utilizzando sala, cucina o studio. Ma l’ambiente deve essere luminoso perché la luminosità è una caratteristica considerata irrinunciabile. La casa, hanno ammesso molte di loro, rispecchia la loro personalità: mostra chi sono, come vivono, quali esperienze hanno fatto e quali sono i loro desideri. La casa è considerata un rifugio, un luogo protetto, ma c'è anche la propensione ad utilizzare quegli stessi spazi come luogo di socializzazione e di contatto con il mondo esterno come luogo di accoglienza. Oltre che il miglior investimento che si possa fare. Il 75% vive in una casa di proprietà e il 40% dice di essere riuscita a comprare casa da sola, il restante con l’aiuto di famigliari. «Nel mio quartiere trovo tutto quello che voglio», spiega Debora, 29 anni Communication strategist presso un’importante agenzia media alla ricerca della sua prima casa nella zona di Milano Sud. «Difficile vivere ancora con i genitori e i fratelli perché gli spazi in casa soprattutto durante il lockdown sono sembrati ancora più piccoli a tutti. Ma ora ho messo il piede sull’acceleratore sul fronte delle ricerche di una casa dove andare a vivere da sola. Mi sono focalizzata su un taglio piccolo, monolocale o bilocale. Non voglio allontanarmi troppo dalla zona dove già vivo perché è ben servita dai mezzi e questo mi facilita gli spostamenti casa/lavoro. Il valore aggiunto del mio quartiere è che ricco di servizi e negozi e poi ha una buona illuminazione, una sicurezza quando lo si frequentava fino a tardi la sera. E poi nel mio quartiere ci sono nata e qui ho tutti i miei amici ai quali sono molto legata non potrei mai vivere troppo lontana da loro». Chi invece dà un giudizio negativo concentra la propria attenzione sul tema della sicurezza e della poca vivacità dei luoghi. Ilaria, 32 anni, traduttrice presso una nota casa editrice, vive al lato opposto di Debora, a Nord di Milano, e vive già da sola, ma sta cercando un’altra casa. «La casa dove vivo», racconta, «è stata quella della fuga, quella del primo passo verso l’indipendenza. Aveva un costo molto abbordabile e non ho dovuto impegnarmi con un mutuo molto alto. Ma ora ho voglia di cambiare. E voglio avvicinarmi al centro». Anche la presenza di negozi di qualità, di offerte per il tempo libero, ristoranti, musei, teatri, cinema, di presidi medici, sono altri elementi presi in considerazione. Piccola o grande che sia, nella scelta della casa vince la corretta distribuzione degli spazi. Il 72% delle donne intervistate per esempio ha detto di prediligere una cucina separata, preferibilmente pratica e magari anche un po’ glamour. Per oltre il 70%, una bella e ampia zona giorno rende tutti gli altri difetti della casa più accettabili, e l’aumento delle possibilità di convivialità è al centro dei desideri. Tra gli spazi che le donne (70%) ritengono necessari i balconi e i terrazzi, box o posto auto (52%), cucina (46%) e il ripostiglio (48%) ma se a quest’ultimo si aggiunge il locale lavanderia/stireria la percentuale si alza fino a superare il 75% delle preferenze. Nonostante l’attività sportiva sia praticata da oltre la metà delle intervistate la maggioranza di queste ha detto di non essere interessata ad avere nella propria casa un locale da dedicare allo sport.Non lontano dal proprio quartiere
Quali i must nella ricerca di una casa?
La casa delle milanesi
Ecco in percentuale le top choices delle donne:
Casa piccola, casa grande? L’importante è la distribuzione degli spazi