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MUTUI

Mutui: tasso fisso o variabile?

La forchetta tra tasso fisso e variabile che sta mutando. Sarà finito il momento d’oro del tasso fisso?  La risposta è no. Nonostante gli indici IRS, dallo 0 assoluto a cui erano scesi, stiano risalendo per assestarsi intorno allo 0,4/0,5 – che è comunque un livello estremamente contenuto – il tasso fissa rimane, ad oggi, la scelta vincente.

I tassi fissi potranno avere qualche ulteriore rincaro nel corso dei prossimi anni, ma rimarranno comunque molto convenienti: anche a fronte di un leggero apprezzamento garantiscono la sicurezza di una rata costante negli anni. Tra l’altro, anche la BCE conferma che il costo del denaro in una prospettiva di breve-medio termine non potrà che rimanere contenuto”.

Il tasso fisso ha avuto anche il pregio di aver semplificato un’offerta bancaria che si era fatta troppo articolata. I tassi in continua discesa hanno permesso alle banche di semplificare e razionalizzare l’offerta, mentre prima per il cliente era difficile orientarsi tra una molteplicità di strumenti.

In sostanza, la possibilità che in futuro i tassi possano essere più favorevoli di quelli attuali è abbastanza improbabile, senza contare che il tasso fisso da la garanzia rassicurante della stabilità nel tempo e si presenta come uno strumento facilmente comprensibile, ecco perché al momento i mutui a tasso fisso sono il prodotto più efficiente su cui si concentra oggi circa il 90% dell’erogazione mutui.


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